Nubi di tuono sollevano
Le ondate nere nel cielo.
La sabbia sulle due sponde
Vela il sole. Gemon gli alberi
Strappati dal loro sonno.
Tremano i draghi sul fondo.
Sciupano polvere e fango
I fiori di primavera.
Rombo di tuono o ruggito
Di tigri in cerca di preda?
Giù pregano i gamberetti,
Su son cacciati dal nido
Gli uccelli. Con questo tempo
Naufragano i marinai;
Se è costretto il pescatore
A perdere le sue reti,
Non può riuscire a remare
Il più forte barcaiolo.
Dai tetti volan le tegole,
Tremano i monti più alti.
In realtà il colpo di vento era provocato proprio dal barcaiolo, che non era altro che un essere malefico residente nel Fiume delle Acque Nere.
Sabbioso e Scimmiotto videro con i loro occhi Tripitaka e Porcellino affondare insieme al battello, senza che sulle acque restasse traccia di loro. Si dicevano: "Che iella quel maestro! Esce da un guaio e subito casca in un altro."
"Si dev'essere rovesciata la barca" suggerì Sabbioso. "Non ci converrà andarli a cercare più giù, lungo il corso della corrente?"
"Non si è rovesciato un bel niente" disse Scimmiotto. "Se fosse accaduto, Porcellino, che è buon nuotatore, avrebbe riportato a riva il maestro. Non mi fido di quel barcaiolo: secondo me quel bel tomo ha sollevato lui la burrasca, apposta per portarsi via il maestro sott'acqua."
"Perché non lo hai detto prima?" gridò Sabbioso. "Bada al cavallo e ai bagagli, che io vado a vedere che cosa succede."
"Nemmeno il colore di quest'acqua mi dice niente di buono; chissà se ci devi entrare."
"Chiara o scura, è sempre acqua. Che cosa dovrebbe avere di diverso da quella del Fiume delle Sabbie Mobili? Figuriamoci se non ci devo entrare!"
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