Il bravo Sabbioso si levò la tunica, si stropicciò mani e piedi e si tuffò, stringendo in mano il suo bastone ammazza diavoli. Scartò i flutti, si addentrò nelle acque e marciò a gran passi. A un tratto udì una voce.
Sabbioso si nascose in un angolo, per osservare senza farsi vedere: si scorgeva una terrazza sormontata da un padiglione; sull'ingresso c'era un iscrizione orizzontale in otto grossi caratteri:
RESIDENZA DELLA DIVINITÀ DEL FIUME DELLE ACQUE NERE NELLA VALLE HENGYANG
Si sentiva monologare il padrone di casa: "Son tempi duri, ma finalmente oggi sono riuscito a mettere le mani su qualcosa di buono. Questo monaco è un brav'uomo, ha avuto tanta cura di sé per dieci esistenze successive; basta mangiarne un boccone per ottenere lunga vita senza invecchiare. Era un pezzo che lo aspettavo. Finalmente stamane la mia pazienza non è andata delusa."
Lo si sentiva ordinare: "Ragazzi, andatemi a cercare la gabbia di ferro: questi due monaci vanno cotti al vapore tutti interi. Ora preparo un biglietto d'invito da recapitare al mio secondo zio; festeggeremo insieme il suo compleanno."
Sabbioso a queste parole, fuori di sé dall'indignazione, balzò avanti con il suo bastone in pugno, e incominciò a tempestare la porta e a ingiuriare: "Creatura maledetta! Sbrigati a liberare il mio maestro, il monaco cinese, e il mio condiscepolo Porcellino!"
Il portinaio spaventato corse ad annunciare: "Disgrazia!"
"Che disgrazia?"
"C'è fuori un monaco con la faccia patibolare, che picchia sull'uscio come un ossesso e reclama certe persone."
|