"Sono profondamente riconoscente della grande grazia che vostra santità mi concede" rispose il dio del fiume.
Scimmiotto montò su una nuvola e corse al grande mare dell'oceano occidentale; qui discese e fece il segno per separare i flutti. Mentre avanzava risoluto, si imbatté in uno spirito pesce nero che teneva un cofanetto d'oro e filava come una freccia. Scimmiotto lo inseguì e gli assestò un colpo sulla testa, facendola a pezzi e schizzando intorno le cervella: ciò che rimaneva del disgraziato salì in superficie, dove restò a galleggiare a pancia all'aria. Scimmiotto si impadronì del cofanetto e lo aprì; conteneva un messaggio redatto in questi termini:
Il vostro umile nipote, Coccodrillo Integro, che si prosterna cento volte ai vostri piedi, caro e venerato zio Ao, ed è commosso dalle molte bontà che gli avete dimostrato, ha l'onore di portare a vostra conoscenza quanto segue: ho catturato due monaci delle terre dell'Est, prodotti molto rari che non oserei riservare al mio uso esclusivo. Avendo presente che è imminente il compleanno del mio venerato zio, ho disposto un modesto banchetto per augurarvi una felicità di mille anni. Ho la fervida speranza che mi vorrete fare l'onore di una visitina.
Scimmiotto si mise a ridere: "Questo bel tomo mi procura al momento giusto una confessione firmata e sigillata." Fece scivolare il biglietto nella manica e riprese il cammino. In breve fu avvistato da uno yaksa di pattuglia, che corse ad annunciarlo al Palazzo Acquatico di Cristallo: "Signore, arriva Scimmiotto, il Grande Santo Uguale al Cielo."
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