"Ma quanti mariti ha avuto, questa vostra sorella?" si informò Scimmiotto.
"Uno solo, il re drago del fiume Jing. Da quando è stato giustiziato, lei è rimasta nello stato vedovile, e come dicevo è morta di malattia un paio di anni fa."
"Come avranno fatto un maschio e una femmina a mettere al mondo tanta gente così diversa?"
"C'è un detto che lo spiega: i draghi possono fare figli di nove specie."
"Confesso che, dopo aver letto quel biglietto, mi eran venuti i fumi e avevo intenzione di denunciarvi alla Corte celeste per rapimento e complicità con una creatura malefica. Ma se voi dite che è una disubbidienza, per questa volta ci passerò sopra; tengo conto dei buoni rapporti che ho sempre avuto con voi e con i vostri fratelli, e d'altra parte si sa che i giovani possono essere teste calde. E poi, mi dite che voi non ne sapevate nulla. Ma ora che sapete, fatelo arrestare subito e liberate il mio maestro; decideremo in seguito sul da farsi."
Aojun convocò il principe Mo'ang: "Riunisci subito cinquecento soldati pesci e gamberi per arrestare Piccolo Coccodrillo. E fa anche preparare un banchetto in onore di sua santità."
"Non vi state a preoccupare. Ora che ci siamo spiegati e vi ho perdonato, il banchetto non serve. D'altronde devo ritornare subito indietro, perché il nostro maestro è in pericolo, e anche i miei condiscepoli mi aspettano con impazienza."
Il vecchio drago insisteva disperatamente; comparve una fanciulla drago per servire tè profumato, di cui Scimmiotto bevve una tazza senza nemmeno sedersi. Poi salutò il re e lasciò i mari occidentali in compagnia del principe Mo'ang, che guidava le truppe. In breve raggiunsero il Fiume delle Acque Nere.
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