"Grande stupido che sei!" tuonò il principe. "Ma lo sai chi è, quel monaco?"
"È un monaco che viene dalla corte dei Tang, e se ne andava a cercar scritture nel Paradiso dell'Ovest..."
"Va bene, hai appurato che è un monaco cinese. Ma dei suoi discepoli che cosa sai? Hai un'idea di quanto sono pericolosi?"
"Ho visto anche quelli. Anzi, un certo Porcellino Otto Divieti, che ha un grugno lungo lungo, l'ho catturato per fare il paio con il monaco. C'è anche un tipo scuro con la faccia patibolare, che si chiama Sabbioso. È venuto qui a protestare, ma l'ho cacciato via; gli ho fatto assaggiare la mia sferza e lui è scappato a gambe levate. Non mi sembrano dei tipi pericolosi."
"Mi pareva! Il meglio non lo sai. C'è anche un altro discepolo, ed è il Grande Santo Uguale al Cielo, immortale d'oro dell'Unità suprema: quello che cinquecento anni fa provocò tutti quei disordini in paradiso. Ora ha appunto l'incarico di proteggere il tuo monaco cinese. E non ti dico gli appoggi che ha! È stata Guanyin del Potalaka a dargli l'incarico. Non avevi niente di meglio da fare che provocare questa catastrofe? Al tuo messaggero ha rotto la testa, si è impadronito del tuo biglietto ed è venuto al Palazzo di Cristallo a maltrattarci tutti quanti, padre e figlio, parlando di denunce per rapimento di monaci e per complicità con mostri. Adesso tu mi fai il piacere di rispedirgli immediatamente il suo monaco e anche quel Porcellino, e gli presenti tante scuse, per salvare almeno la pelle. Provati a dire di no, e vedrai che cosa ti succede."
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