Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Dice il poema:

     In cerca dei sutra, sfuggendo pericoli,
     Verso ovest per tante montagne famose,
     Va lepre di notte e corvo di giorno.
     Vien la primavera, poi torna l'autunno.
     Stan tremila mondi nel grano di polvere,
     E va il pellegrino per cento paesi.
     Nutriti di vento percorron sentieri
     Violetti e non sanno se mai torneranno.

     Il racconto ci ha narrato come Tripitaka fu felicemente liberato dal mostro a opera del figlio del drago, e come con l'aiuto del dio del Fiume delle Acque Nere i pellegrini poterono riprendere la strada maestra dell'Ovest. È il caso di dirlo:

     Cappello di luna, vestito di stelle,
     Camminano al vento e sfidan la neve.

     Dopo un lungo cammino, ritornò la primavera. Guardate:

     Ritorna il triplo yang, le cose brillano,
     Il cielo va svolgendo una pittura

     Sorridente e coperta di colori.
     Poca neve è rimasta sul susino,
     Tenero grano verde sopra i campi.
     Si liberan dai ghiacci le cascate,
     Boccioli intatti si aprono nel sole.
     Il dio di primavera sale ad est,
     La brezza profumata agita l'aria,
     I salici decorano di verde
     I cigli delle strade. Fresca pioggia
     Nutre della stagione i mille volti.

     Il cavallo con il maestro andava d'ambio, mentre i discepoli camminavano di buona lena sulla strada godendosi il paesaggio primaverile, quando udirono un clamore lamentoso, come se una gran folla gemesse tutta insieme. Tripitaka impaurito tirò le redini e si rivolse ansioso a Scimmiotto: "Consapevole del Vuoto, da dove viene questo baccano?"
     "C'è gente che grida e, mi pare, anche cavalli che nitriscono" disse Porcellino.


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