Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Non giochiamo agli indovinelli" rispose ridendo Scimmiotto. "Darò un'occhiata e vi saprò dire."
     Il bravo Novizio balzò sulle nuvole e vide a qualche distanza una città circondata da mura e fossati. Osservò attentamente e constatò che la sovrastava un'aureola di luminosità di buon augurio: non si vedeva traccia di brume malefiche. "Sembra un bel posto. Da dove può venire tutto quel rumore?" si chiese Scimmiotto. "Non vedo in città né stendardi né alabarde. Non si sente nemmeno sparare il cannone. Come si spiega il baccano?"
     Mentre se lo chiedeva e si guardava intorno, notò un terreno sabbioso fuori dalle mura dove moltissimi bonzi erano intenti a spingere un grande carro. Erano loro che ogni tanto, per raccogliere i loro sforzi, gridavano tutti insieme: "Gran re compassionevole!" Tale era l'origine del clamore che aveva allarmato Tripitaka.

     Scimmiotto abbassò la sua nuvola per vedere più da vicino. Il carro era carico di materiali da costruzione: mattoni, tegole, legno e zolle di terra. Esso doveva percorrere la strada che saliva diritta su una piccola collina scoscesa, fino a raggiungere lo stretto sentiero che ne seguiva la sommità e portava a una grande costruzione. Non era facile spingere un carro pesante su una strada così ripida. Quella gente era coperta di stracci. Osservando il quadro di estrema miseria, Scimmiotto pensava: "Costruiranno un monastero. Si vede che da queste parti il lavoro dei campi assorbe tutta la manodopera disponibile e non resta nessuno per i lavori occasionali; ecco perché i monaci si dovranno arrangiare da soli."


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