Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "E chi sarebbero questi parenti?" chiese Scimmiotto. I monaci, che lo circondavano recando in mano le loro pale e i panieri, risposero: "I maestri di questi preti entrano ed escono dalla sala d'udienza senza salutare, il re li chiama fratelli maggiori. Perché sei venuto qui a provocare un tal disastro? Non sono fatti tuoi se questi discepoli venivano a sorvegliare i lavori: perché li hai uccisi? I superiori non accuseranno te, che sei taoista, ma se la prenderanno con noi. Che ne sarà di noi? Ci devi accompagnare in città e confessare che sei stato tu."
     "Un po' di silenzio, prego!" invitò Scimmiotto ridendo. "Guardate che io non sono un prete vagabondo della Verità Completamente Sublimata. Io sono venuto a salvarvi."
     "Bel modo di salvarci, con queste violenze che caricheranno ancor più il nostro fardello."

     "Sono io il discepolo del santo monaco dei grandi Tang, Scimmiotto Consapevole del Vuoto, il Novizio, venuto apposta per levarvi dai guai."
     "Non è possibile; noi sappiamo che aspetto ha il nostro salvatore."
     "Ma non l'avete mai visto. Come potete conoscerlo?"
     "Ci visita sempre in sogno un vegliardo che dice di essere la bianca stella del Metallo, e ci descrive l'aspetto di Scimmiotto il Novizio, perché possiamo riconoscerlo senza errore."
     "E come ve lo descrive?"
     "Dice: Il grande santo ha

     fronte convessa, occhi d'oro scintillanti, testa rotonda e faccia pelosa con le guance scavate, denti serrati in una bocca appuntita, carattere capriccioso; d'aspetto è più bizzarro del duca del tuono. Sa usare a meraviglia una sbarra di ferro cerchiata d'oro, che gli è servita per sfondare le porte del Cielo. Ora però si è messo sulla retta via per proteggere il santo monaco e salvare la gente dalla disgrazia."


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