Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Ma signoria, se sarete troppo lontano e non ci potrete udire. Come faremo?"
     "Anche se fossi a mille li di distanza, vi sentirei sempre."
     I più audaci fecero la prova. Quando chiamarono: "Grande santo!" si drizzò accanto a loro un tal duca del tuono, con una sbarra di ferro roteante, da tener lontana un'intera armata. Subito gli esperimenti si diffusero, e si vide in giro un centinaio di grandi santi in veste di tutori e protettori.
     I monaci si prosternarono ed esclamarono: "In effetti, signoria, è proprio un'apparizione miracolosa!"
     "Quando non serve più, la si fa smettere gridando: 'Riposo!'."
     In effetti chi aveva fatto la prova gridò: "Riposo!", e i frammenti di pelo se ne ritornarono sotto le unghie. Felici della libertà ritrovata, i monaci si dispersero.

     "Adesso però non esagerate, non prendete troppo il largo" raccomandò Scimmiotto. "Intanto dovete aspettare mie notizie dalla città. Eppoi, quando affiggerò un avviso per convocarvi, dovrete rendermi i miei peli."
     I cinquecento bonzi si separarono, chi diretto a est, chi a ovest, chi restando semplicemente dov'era.
     Intanto Tripitaka aveva aspettato per un bel pezzo il suo ritorno sul ciglio della strada. Quando non ne poté più, disse a Porcellino di riprendere il cammino. Videro monaci in fuga e infine, accostandosi alle mura, trovarono il Novizio che era ancora circondato da una diecina di monaci.
     "Dove ti eri ficcato, Consapevole del Vuoto?" gridò Tripitaka tirando le redini. "Era una faccenda così lunga informarsi sul motivo di quei clamori? Di che cosa si trattava?"


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