Recitate le formule esoteriche,
Si prosternano a udirle dette in chiaro.
Con acqua benedetta inviano suppliche
Tra fiamme tremolanti di candele
Che sanno giungere al mondo di Sopra.
Osservano astri, misurano l'Orsa.
Sale il fumo d'incenso nell'empireo.
Si dispongon le offerte sull'altare,
Sontuoso banchetto sulla tavola.
Presso l'entrata erano appesi due motti paralleli in ventidue grandi caratteri ricamati su broccato di seta gialla:
Conceda vento e pioggia favorevoli
L'illimitata potenza dei cieli.
Durino calme e limpide le acque
E a lungo gli anni al nostro amato re.
Si vedevano tre vecchi preti in abito da cerimonia, che Scimmiotto suppose fossero gli eminenti immortali Potenza della Tigre, del Cervo e dell'Ariete. In lunghe file da entrambi i lati stava una folla di sei o settecento taoisti, che suonavano campanelle e tamburi, oppure salmodiavano con bastoncini d'incenso in mano.
Scimmiotto si disse tutto allegro: "Che bellezza scendere giù a fare un po' di parapiglia! Ma, come dice il proverbio, un filo non basta a far la corda, una mano sola non basta ad applaudire. Sarà meglio che vada a proporre a Porcellino e Sabbioso di venirsi a divertire con me."
Ritornò nella cella monastica del superiore, dove Porcellino e Sabbioso dormivano uno accanto all'altro. Scimmiotto svegliò prima Sabbioso, che chiese: "Non ti sei ancora messo a letto, fratello?"
"Alzati" incitò Scimmiotto, "che ci andiamo a divertire."
"Dove ti vorresti divertire a quest'ora di notte, a becco asciutto e con gli occhi che lacrimano?"
|