"Qui in città c'è un certo Tempio dei Tre Puri, dove i daoshi stanno celebrando un servizio. Dovresti vedere quante offerte: certe pagnottone grosse come uno staio, dolci da cinquanta o sessanta libbre l'uno, piatti d'ogni genere da accompagnare con il riso e frutta fresca in quantità. Andiamo ad assaggiare."
Anche in sogno Porcellino era sensibile a discorsi sul cibo. Si destò tutto arzillo e gridò: "Naturalmente devi portare anche me."
"Se vuoi mangiare, zitto e mosca! Non vorrai svegliare il maestro! Coraggio, venite!"
Si infilarono le tuniche, scivolarono all'aperto e montarono tutti e tre su una nuvoletta. Come giunsero in vista delle luci, Porcellino già muoveva le mascelle per masticare, ma Scimmiotto lo trattenne: "Niente furia intempestiva! Aspettiamo a scendere che se ne siano andati."
"Stiamo freschi! Sono giusto all'inizio."
"Vedrai che li farò finire in anticipo sulla tabella di marcia."
Il bravo Scimmiotto fece un passaggio magico, recitò un incantesimo, aspirò in direzione sud ovest ed emise un soffio potente come una tromba d'aria; la indirizzò appunto nella sala dei Tre Puri, dove rovesciò vasi sacri e candelieri, strappò gli ex voto appesi alle pareti e spense tutte le luci. I preti spaventati si trovarono a tremare come foglie nel buio totale.
"Sospendiamo la cerimonia, discepoli" dichiarò l'eminente immortale Potenza della Tigre. "Dal momento che questo vento divino ha spento fiamme e braci, andiamo a coricarci. Domattina ci alzeremo un po' prima del solito per completare il numero dei rotoli da recitare."
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