"Fratello, ci siamo trasformati; che cos'altro dovremmo aspettare?"
"Cari condiscepoli" affermò Scimmiotto, "rubare cibo non è grave, ma farsi scoprire lo è. Guardate quelle statue per terra: se un prete venisse qui prima del tempo, per suonare le campane o per mettere ordine, e ci inciampasse, noi saremmo subito scoperti, non vi pare? Bisogna farle scomparire."
"Io non conosco il posto" protestò Porcellino; "non so nemmeno dov'è la porta. Dove vuoi che le imboschi?"
"Mentre venivamo qui" rispose Scimmiotto "ho notato una porticina sulla destra. L'odore che ne esce è inequivocabile: quello è il luogo in cui i cinque cereali entrano nel ciclo della trasmigrazione. Portale là."
Il bestione era imbattibile nei lavori pesanti: saltò giù dalla pedana, si caricò in spalla tutte e tre le statue e le portò fuori. Trovò effettivamente un casotto, di cui spinse la porta con il piede e si trovò davanti a una vasta fossa-latrina. Si mise a ridere: "Certo che il nostro equipuzio sa usare le parole! Chiamare il cesso luogo della trasmigrazione dei cereali è autentica eleganza taoista."
Porcellino recitò una preghiera:
"O tre puri,
Tre puri miei, lasciatemelo dire:
Siamo gente che viene di lontano
E vive del mestier di ammazzadiavoli.
Si vorrebbe dividere; però
Mancan sedie. Prestateci le vostre
Per un momento. Le avete occupate
Per tanto tempo! Vi verrà il bisogno,
Qualche volta, di andare al gabinetto...
Voi mangiaste e beveste buone cose
Da sinceri taoisti per tanti anni:
Ora assaggiate quello che c'è qui,
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