"Hai ragione tu" concluse Potenza della Tigre. E ordinò: "Discepoli, fate musica e recitate i sutra. Portatemi i paramenti da cerimonia; voglio eseguire la danza del carro dell'Orsa Maggiore per impetrare le loro grazie."
I giovani daoshi si divisero in due gruppi ed eseguirono gli ordini. Accompagnati da colpi di gong incominciarono a salmodiare il Vero Classico della Via e della Virtù della Corte Gialla. Potenza della Tigre indossò la sua grande cappa da cerimonia, levò in alto una tavoletta di giada e si mise a danzare, sollevando la polvere davanti alle tre statue e inchinandosi fino a terra per salmodiare la supplica:
"Tremanti ci inchiniamo fino a terra.
Noi promuoviamo la dottrina e fondiamo ogni nostra speranza sulla purezza del vuoto.
Schiacciamo i vili buddisti, onoriamo i successi del Tao!
In questa sala eretta per decreto reale, le offerte sono esposte a profusione. Sotto le alte bandiere del drago, ardono ogni notte le candele, ogni giorno l'incenso. Ricevete la nostra devozione, sincera e rispettosa. Poiché ci avete accordato la grazia di una visita e non siete ancora ripartiti, formuliamo la preghiera che ci doniate un poco di cinabro d'oro e d'acqua benedetta, perché possiamo presentarli a corte e assicurare al regnante una longevità pari a quella dei monti del Sud."
Porcellino, preoccupato, bisbigliò a Scimmiotto: "Abbiamo avuto torto a non filarcela subito dopo il pasto. Ora che cosa rispondiamo?"
Scimmiotto gli diede un altro pizzicotto, poi aprì la bocca e gridò: "Mortali, basta con le preghiere! Noi stavamo ritornando a casa da un banchetto delle Pesche d'Immortalità, e al momento non abbiamo con noi né cinabro né acqua benedetta. Quando ci capiterà di ripassare da queste parti, ve ne porteremo."
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