Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 869
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     L'eminente immortale arrivò con passo deciso, salì la scalinata e giunse sulla terrazza. Un giovane accolito gli tese fogli di carta gialla con formule di incantesimi e una spada sacra, che l'immortale levò in alto mentre recitava le formule. Bruciò un foglio alla fiamma della candela, e in basso due o tre preti, a loro volta, diedero fuoco a un'immagine di messaggero e a un documento. Tac! Si udì il primo colpo battuto sulla tavoletta e incominciò a levarsi la brezza.
     "Porca miseria" borbottò Porcellino. "Sono professionisti: il vento soffia sul serio."
     "Sta zitto, fratellino" bisbigliò Scimmiotto, "e occupati della sicurezza del maestro; io ho da fare."
     Quel grande santo! Si strappò un pelo e lo trasformò in un falso Scimmiotto, per restare in apparenza accanto al monaco cinese. Ma intanto si slanciò nello spazio e si mise a gridare: "Ehi, chi si occupa del vento qui?"

     La madre del vento, tutta spaventata, lo venne a salutare stringendosi sulla pancia il suo otre, accompagnata dal figlio che tirava i cordoni dell'imboccatura.
     "Sto proteggendo il monaco cinese" spiegò Scimmiotto, "e ho dovuto mettermi in competizione con certi taoisti che fanno piovere. Bell'aiuto che mi dài! A quanto pare stai dalla loro parte. Ti perdóno, ma solo a patto che metta via tutti i tuoi spifferi. Lascia che senta ancora un alito da far tremare un solo pelo della barba di quei taoisti, e ti do venti randellate delle mie."
     "Mi guarderò bene! Mi guarderò bene!" diceva la vecchia.
     Perciò il vento smise di soffiare.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]