Porcellino si mise a strillare: "Il colpo lo abbiamo sentito, ma dov'è il vento? Scendi giù, maestro, hai perso il turno. Adesso tocca a noi."
Il prete bruciò un talismano, riprese la sua tavoletta e tac! batté il secondo colpo. Il cielo si coprì di nuvole.
Scimmiotto gridò: "Chi provvede alle nuvole, quassù?" Vennero avanti spaventati, inchinandosi, il ragazzo Pussanubi e il signor Spandinebbia. Scimmiotto, a modo suo, spiegò anche a loro la situazione e le nuvole scomparvero: cielo blu immacolato su mille li.
"Secondo colpo, ma niente nuvole" sghignazzava Porcellino. "Bel bugiardo, quel maestro! Non ha nessun potere, sa solo imbrogliare il suo sovrano e riempire di frottole la testa della gente."
Il taoista stava sulle spine: appoggiò la spada sul tavolo, si sciolse i capelli, recitò uno scongiuro, bruciò un incantesimo e batté il terzo colpo sulla tavoletta. Dal portale sud del Cielo corse Deng con il duca del tuono e la madre del fulmine; si imbatterono in Scimmiotto e lo salutarono educatamente. Questi ricominciò le sue spiegazioni e chiese: "Che furia avete? A quali ordini ubbidite?"
"Quel taoista segue la procedura corretta, quella dei cinque fulmini. Ha inviato la supplica, bruciato il talismano, sollecitato l'Imperatore di Giada; questi ha emanato il decreto e lo ha trasmesso alla residenza del venerabile celeste universale del Colpo di Tuono Primordiale, nel nono cielo. A questo punto, ci è pervenuto l'ordine di contribuire con tuoni e fulmini."
"Date le circostanze, vi prego, aspettate un momento e lasciatemi fare" propose Scimmiotto.
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