In effetti non si ebbero né tuoni né fulmini.
L'eminente immortale si sentiva prendere dal panico. Aggiunse incenso, recitò altri scongiuri, bruciò altri incantesimi e batté il quarto colpo sulla tavoletta. Arrivarono di corsa i draghi dei quattro mari e Scimmiotto si fece loro incontro per intercettarli, gridando: "Aoguang, dove vai?"
Aoguang, Aoqin, Aoshun e Aojun lo vennero a salutare. Scimmiotto raccontò tutto daccapo, aggiungendo: "L'altro giorno avete fatto del vostro meglio, ma non è servito a molto. Spero che questa volta mi aiuterete davvero."
"Ai vostri ordini" risposero i re draghi.
Scimmiotto approfittò per dire ad Aojun: "A proposito, grazie ancora per l'intervento di vostro figlio, che ha salvato il mio maestro da quella creatura malefica."
"Quel tipaccio è ancora incatenato in fondo al mare. Non oso disporne a mio arbitrio. Volevo appunto pregarvi di pronunciare il verdetto."
"Il verdetto è che facciate voi come vi pare. Adesso ho bisogno di una spintarella per vincere questa gara. Il taoista ha già colpito quattro volte la tavoletta e non ha ottenuto niente. Adesso tocca a me; ma io non sono pratico di queste procedure: suppliche, fogli da bruciare, tavolette da battere eccetera. Mi dovreste aiutare alla buona."
"Nessuno oserebbe disobbedire ai vostri ordini, grande santo" rispose il signore celeste Deng; "e d'altronde abbiamo qui tutto il necessario. Ma ci dovrete dare un segnale perché interveniamo al momento giusto; se pioggia e fulmini venissero fuori tempo, voi non fareste una bella figura."
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