Spezza rami di salice, strappa i fiori, rovescia gli alberi. Crolla il muro della Sala dei Nove Spessori, tremano travi e pilastri della Torre delle Cinque Fenici.
La sabbia mette le ali, il sole non brilla più. Davanti alla sala dello stato maggiore gli ufficiali si mettono in allarme, i mandarini dell'ufficio archivi si spaventano.
Le signore dei tre palazzi sbagliano a disegnarsi le sopracciglia, non riescono più a tirare una riga diritta. Le concubine delle sei corti sono tutte spettinate: vanno in giro come streghe.
Gli alti dignitari perdono le ghiande d'oro del berretto; le ali della cuffia del primo ministro sembrano una cicogna che prenda il volo.
Il re sul trono non osa proseguire la conversazione; il ciambellano tiene in mano una supplica, ma non sa più dove metterla.
Le fila si scompongono, i paraventi volano via, porte e finestre si rompono. Le tegole della Sala delle Campanelle d'oro mettono le ali come uccellini, la porta della Sala della Nube di Broccato è sfondata. Una bufera così tremenda da separare padre e figlio nello stesso palazzo, e da svuotare strade e piazze: ciascuno cerca riparo e si chiude in casa.
Scimmiotto agitò la sua sbarra cerchiata d'oro e la puntò per la seconda volta verso il cielo. Guardate:
Pussanubi dispiega la sua magia e nasconde il cielo con tali masse nere che si direbbero pesanti rocce. Spandinebbia esercita il suo potere e copre la terra di una fitta nebbia. I tre mercati sono immersi nell'oscurità, lungo i tre viali non si vede a un palmo dal naso.
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