"Propongo di giocarci una partita di meditazione" rispose l'eminente immortale Potenza della Tigre.
"Siete fuori strada, maestro" obiettò il re. "Dovrebbe essere la specialità dei bonzi. Questi poi ne avranno certo approfondito tutti i segreti, prima di ricevere l'incarico imperiale di andare in cerca delle scritture. Perché sfidarli sul loro terreno?"
"Loro sanno soltanto mettersi seduti. La meditazione che intendo io si chiama manifestare la santità su una scala di nuvole."
"E come si manifesta la santità su una scala di nuvole?"
"Si preparano pedane di meditazione, ciascuna formata da cento tavoli impilati uno sull'altro. Per salire, è vietato usare scale o aiutarsi con le mani; e bisogna restare immobili là in cima per un numero di ore prestabilito."
Il re si rese conto che l'operazione non era poi tanto facile, e chiese ai bonzi: "I nostri maestri di stato vorrebbero giocare una partita di meditazione sulla scala di nuvole. Chi di voi ne è capace?"
Poiché Scimmiotto stava zitto, Porcellino gli domandò: "Fratello, perché non parli?"
"Ti confesso, fratellino, che mi troverei a mio agio nel fare tante cose: gettare a calci il cielo in fondo a un pozzo, sollevare mari, invertire il corso dei fiumi, spostare montagne, far scomparire la luna, giocare con le costellazioni. Non mi spaventerebbe nemmeno giocare a decapitarsi o sbudellarsi. Ma non mi parlare di restare seduto e fermo: potrei solo perdere. Dove la troverei la pazienza di star fermo? Anche se tu mi incatenassi a una colonna di ferro, troverei il modo di arrampicarmici. Non sopporterei mai di restare fermo senza far niente."
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