Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Tripitaka osservò: "Io sono capace di restare seduto in meditazione."
     "Magnifico!" esclamò il Novizio. "Quanto potete resistere?"
     "Ho imparato quest'arte da ragazzo, da un maestro di meditazione girovago: se ci si concentra bene, si può restare seduti due o tre anni."
     "Se faceste una meditazione così lunga, tanto varrebbe rinunciare al nostro viaggio. Cinque o sei ore bastano e avanzano."
     "Va bene. Però non saprei come salire sulla pedana, caro discepolo."
     "A quello penso io. Voi fatevi avanti e accettate la sfida."
     Il reverendo fece un passo avanti giungendo le mani davanti al petto: "L'umile monaco che sono è capace di sedersi in meditazione."
     Il re ordinò di innalzare le pedane. Quello stato aveva davvero una potenza da rovesciare le montagne: in meno di un'ora le due strutture si drizzavano nella Sala delle Campanelle d'Oro, a destra e a sinistra del trono.

     L'eminente immortale Potenza della Tigre fece scaturire un cuscino di nuvole sotto i suoi piedi, salì diritto fino alla cima della pedana ovest e vi si sedette. Scimmiotto lasciò al suo posto una falsa immagine, fatta con un pelo trasformato, prese la forma di una nuvoletta colorata e portò Tripitaka in cima alla pedana est. Poi si trasformò in un insetto, volò nell'orecchio di Porcellino e bisbigliò: "Tu osserva il maestro, e ricordati che è inutile cercare di attaccar discorso con il mio sostituto."
     "Va bene, ho capito" rispose in un soffio il bestione.
     Potenza del Cervo, che se ne stava seduto su un cuscino ricamato, osservò per un bel pezzo i due contendenti che se ne stavano appollaiati lassù senza muoversi. A un tratto gli venne l'idea di dare una mano al suo condiscepolo: si strappò un capello dietro la nuca, ne fece una pallina e la lanciò con un colpo di pollice sulla testa del monaco cinese. La cosa si trasformò in una grossa cimice, che punse e incominciò a succhiare; al tormento successe il dolore. Ora, quando si medita, non si possono muovere le mani: il più piccolo movimento equivale a confessarsi perdente. Ma il prurito diventava intollerabile: il reverendo incassò la testa nelle spalle, cercando di strofinare la nuca contro il bordo del colletto.


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