"Se avete discepoli, perché non sono con voi? Ma entrate, vi prego; il posto non manca."
Tripitaka si volse a chiamare: "Discepoli, venite!"
Si sa che la pazienza non era il punto forte di Scimmiotto, Porcellino era rozzo e Sabbioso impetuoso: quando sentirono il richiamo del maestro si precipitarono tutti e tre, uno con il cavallo, un altro con i bagagli, e si riversarono all'interno come una bufera. Il vecchio, spaventato, cadde all'indietro e balbettò: "Mostri! Sono mostri! Aiuto!"
Tripitaka corse a rialzarlo e gli disse: "Ma no, caro donatore, non vi spaventate. Non sono mostri: sono i miei discepoli."
"Come fa un maestro bello ed elegante come voi ad avere discepoli così orrendi?" replicò il vecchio tremando.
"Forse non sono molto belli a vedersi, ma sono capaci di abbattere tigri e draghi, e di catturare diavoli e mostri."
I tre bruti intanto si erano precipitati nella sala grande, avevano buttato a terra i bagagli e avevano legato il cavallo. Porcellino vide certi religiosi che stavano recitando sutra, allungò il grugno e gridò loro: "Monaci, che cosa salmodiate di bello?"
Quelli alzarono gli occhi e videro
Un forestiero con un lungo grugno
E grandi orecchie, larghe spalle e voce
Di tuono. Ancor più brutti a loro appaiono
Gli altri due. Son colpiti da spavento;
Cercan di continuare la preghiera,
Ma il capo dà il segnale di cessare.
Pietre sonore e campanelle cadono,
Il Buddha è abbandonato al suo destino.
Soffian sulle candele che si spengono,
Ma il buio non è troppo incoraggiante.
Balzano in piedi, incespicano, cadono
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