Uno sull'altro, a stento si rialzano,
Mentre corrono all'uscio urtan le teste
Fra loro e negli stipiti; son come
Zucche dentro la barca nel naufragio.
La funzione è finita nel tumulto.
I tre discepoli scoppiarono a ridere clamorosamente e battevano le mani davanti a quella confusione: ciò fece smarrire definitivamente i monaci. Fra zuccate e spintoni finirono per trovare l'uscio e si eclissarono correndo, come se fossero in pericolo di morte.
Tripitaka entrò nella sala buia, in cui si sentivano ancora sghignazzare i tre compari.
"Maledette creature!" si indignò Tripitaka. "Vi comportate male. Eppure vi metto in guardia ogni giorno; come dicevano gli antichi:
Se non sei santo, come ti conduci
Bene, se non ricevi educazione?
Se la ricevi, come diverrai
Buono se non sei saggio?
E pertanto, se tu resti cattivo
Dopo aver ricevuto educazione,
Vuol dire che sei scemo.
"Il vostro comportamento è il più grossolano che si possa immaginare. Entrate nella casa altrui senza riguardo per nessuno, fate cadere il nostro caro donatore, mettete in fuga i monaci che pregano, rovinate le buone azioni altrui: questo non è forse esporre al biasimo anche me?"
La strigliata li ridusse al silenzio. Se non altro, il vecchio si convinse che si trattava davvero di discepoli e non di mostri. Perciò si volse a salutarli: "Non è niente di grave, la funzione stava comunque per finire."
"Se è finita" tagliò corto Porcellino, "mettiamoci a tavola. A noi piace mettere qualcosa sotto i denti, prima di andare a letto."
Il vecchio ordinò: "Fate luce, portate lampade!"
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