Il bravo Scimmiotto affidò Tripitaka a Sabbioso e chiese: "Come ci dovete presentare? Liberi o legati? Cotti a puntino? Ridotti in spezzatino?"
"Fratello, vacci piano. Non fare scherzi di cattivo gusto; lo sai che non ho le tue capacità."
"Noi ce ne guarderemmo bene" risposero i vecchi. "Vi dovete sedere nella posa del sarto su due vassoi laccati di rosso. Ciascuno sarà posato su una tavola di legno, che due giovanotti solleveranno e porteranno al tempio."
"Benone!" approvò Scimmiotto. "Fuori i vassoi, facciamo la prova."
I vecchi ubbidirono. Scimmiotto e Porcellino si sedettero e quattro giovanotti portarono le tavole intorno al giardino e ritornarono nella sala.
"Porcellino" sghignazzava Scimmiotto, "è una meraviglia farsi portare in giro come se fossimo i superiori di un convento che viaggiano in sedia gestatoria."
"Se si trattasse solo di fare giri nel giardino" brontolò Porcellino, "potremmo continuare fino a domattina. Ma andare al tempio per farmi mangiare non mi diverte affatto."
"Non hai che da tenermi d'occhio. Quando quel tizio incomincerà a sgranocchiarmi, sarai libero di dartela a gambe."
"Chissà che ordine seguirà la sua colazione? Se incomincia dal bambino, avrò tempo per squagliarmela. Ma se attacca con la bambina, io che cosa faccio?"
Il vecchio intervenne: "Nel corso degli anni è avvenuto che i più temerari fra noi si nascondessero nel tempio per vedere che cosa accadeva; e raccontavano sempre che il grande re aveva incominciato dal bambino."
"Meno male!" sospirò Porcellino.
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