Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Nel frattempo i pellegrini dormirono pacificamente fin verso l'alba; ma a un tratto sentirono il freddo penetrare sotto le coperte e nei guanciali. Porcellino si mise a tremare e starnutire, si svegliò e gridò: "Che freddo è venuto, fratelli!"
     "Un po' di contegno, babbeo" brontolò Scimmiotto. "Per chi ha lasciato la sua famiglia non fa differenza se è caldo o freddo."
     "Tuttavia, discepoli" intervenne Tripitaka, "fa proprio un freddo glaciale."
     Vedete come stavano le cose:

     A scaldarti il piumino è insufficiente:
     Ti trovi ghiaccio fino nelle maniche.
     Sulle fronde gelate vedi crescere
     Dei boccioli di vetro; campanelle
     Di ghiaccio vedi pendere dai rami
     Del vecchio pino. Quell'intenso gelo
     Spacca il terreno e imprigiona nel ghiaccio
     Tutta la superficie dello stagno.

     Il pescatore abbandona la barca,
     Non dà segno di vita il monastero,
     Il boscaiolo va in cerca di legna,
     Mentre carbone al fuoco aggiunge il nobile.
     La barba del guerriero divien rigida
     Come punte di ferro. Ed il pennello
     Del poeta esiliato s'indurisce
     Come uno stelo di castagna d'acqua.
     Veste di cuoio diviene sottile
     E la pelliccia sembra più leggera.

     Sui cuscini la vecchia tonaca del monaco assume una rigidità cadaverica. Che protezione sottile, per il viaggiatore, quella parete divisoria di carta! Anche sotto le coperte ricamate e gli alti piumini, i brividi ti scuotono dalla testa ai piedi.

     Impossibile continuare a dormire. Dovettero alzarsi e vestirsi, e quando aprirono l'uscio videro un paesaggio candido e scintillante: era caduta la neve.


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