Giunto sulla sponda, Tripitaka trattenne il cavallo per osservare: in effetti si vedeva gente che camminava sul fiume.
"Dove andrà quella gente, caro donatore?" chiese Tripitaka.
"Dall'altra parte del fiume c'è il paese delle donne, il regno dei Liang dell'Ovest. Quelli che vedete sono mercanti. Un prodotto che qui costa cento sapeche, là ne può costare diecimila, o viceversa. Il profitto che dànno i capitali impegnati in questi commerci è enorme; perciò la gente è disposta a rischiare la vita. Di solito sei o sette persone, a volte dieci, si imbarcano insieme per tentare la traversata. Ora che il fiume è gelato, si arrischiano a piedi."
"Gloria e profitto sono le sole cose che contano, in questo basso mondo. Essi trascurano i pericoli e la morte attirati dal profitto, come noi dalla gloria. Che differenza c'è fra loro e noi?" Su queste riflessioni, Tripitaka ordinò: "Consapevole del Vuoto, vai a raccogliere i bagagli. Approfitteremo del ghiaccio per affrettare la nostra marcia verso ovest."
"Maestro" obiettò Sabbioso, "come dice il proverbio: in mille giorni consumi mille litri di riso. Visto che possiamo contare sull'ospitalità dei Chen, non sarebbe più sicuro aspettare qualche giorno che il bel tempo faccia sciogliere il ghiaccio, per attraversare in barca? La fretta potrebbe essere cattiva consigliera."
"Consapevole della Purezza, come puoi dire queste stupidaggini? Se fossimo nella prima o nella seconda luna, potremmo aspettare che la stagione migliori. Ma siamo nell'ottava: c'è tutto l'inverno davanti a noi. Come possiamo sperare nel disgelo? I pochi giorni di attesa non potrebbero diventare un ritardo di sei mesi?"
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