Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Essa lo venne ad accogliere all'ingresso: "Maestà, sono confusa; non oso pretendere..."
     "Ma come, saggia sorella! Te lo avevo detto: Sfuggita la parola, non c'è cavallo che la raggiunga. Avevo promesso che, se avessimo catturato il monaco cinese, ti avrei trattato da sorella giurata. Non ritiro certo la parola ora che i tuoi piani sono risultati così efficaci e il monaco è nelle nostre mani." E ordinò: "Ragazzi, preparate la tavola e affilate i coltelli. Prima di cucinare questo bonzo bisogna aprirgli il ventre, levare le interiora, scorticarlo e disossarlo. Durante il pranzo, che consentirà a me e a mia sorella di prolungare indefinitamente la nostra longevità, voglio musica."
     "Non mangiamolo subito, maestà. Ci sono ancora in giro i suoi discepoli, che potrebbero far chiasso" obiettò la perca. "Pazientate due giorni: il tempo di assicurarvi che tutto sia messo a tacere. Allora lo cucineremo e pregheremo vostra maestà di sedersi al posto d'onore, circondato da tutta la sua gente acquatica che lo servirà, canterà, danzerà e farà musica. Non è meglio fare le cose nel modo più comodo e prudente?"

     L'orco seguì il consiglio e per il momento fece mettere il monaco cinese in dispensa, dentro un cofano di pietra lungo sei piedi che si trovava nel cortile posteriore.
     Porcellino e Sabbioso erano invece riusciti a risalire alla superficie, a ripescare i bagagli e a caricarli sul cavallo. Scimmiotto li vide dall'alto e chiese loro: "Che ne è del maestro?"
     "È andato a fondo. Per il momento è impossibile ripescarlo. Torniamo a riva e decidiamo sul da farsi."


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