E lo riempie di brividi. S'incarica
Di eliminare i mostri o catturarli.
Sole e luna nasconde se lo alzo,
Ma disperde le nuvole e le nebbie.
Sa sconvolger l'oceano e rovesciare
Il Monte Tai. Per quanto tu sia forte,
Da un solo colpo avrai nove ferite."
Era chiaro che il mostro non ci credeva. Abbatté la sua mazza sul capo di Porcellino, che parò il colpo con il rastrello ed esclamò: "A quanto pare, anche tu sei diventato un diavolo perverso a una certa età."
"Che cosa te lo fa pensare?"
"Quel martello di bronzo che maneggi. Un orafo ti avrà assunto come garzone di fucina e tu, quando ti sei trovato in mano il martello, lo hai rubato."
"Questo non è martello per l'incudine di un orafo. Guardalo!
È un fiore a nove petali su stelo sempreverde.
Non è una cosa inerte, per la gente comune:
È un'arma d'immortali. Viene da semi nati
Nello Stagno di Diaspro e da fiori sbocciati
Nel Lago di Smeraldo. Duro come diamante,
Nessun'arma lo vince. Per quanto sian temprati
I denti del rastrello, se toccan la mia mazza
Ne saranno spezzati."
Eccitato da questo duello verbale, Sabbioso non poté trattenersi e si fece avanti anche lui: "Maledetta creatura, hai blaterato abbastanza. Come dicono gli antichi, si giudicano le azioni, non le parole. In guardia, che ti farò assaggiare il mio bastone!"
Il mostro parò il colpo con il manico del martello ed esclamò: "Ecco qui un altro bonzo dell'ultima ora."
"Come sarebbe a dire?"
"Tu eri il garzone di un fornaio."
"Che cosa avrei, del fornaio?"
"Questo bel mattarello."
"Brutto infame! Tu non hai mai visto un'arma simile.
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