"D'accordo" approvò Scimmiotto. "È quello che si dice un'azione coordinata dall'esterno e dall'interno, il modo migliore per venirne fuori."
I due si rituffarono in acqua.
Intanto l'orco, che aveva trovato scampo nella fuga, era giunto alla sua residenza. Tra la folla dei sudditi che gli andava incontro, sbucò madama perca: "Maestà, dove avete inseguito quei bonzi?"
"Fino alla riva, ma avevano un complice. Mi ha attaccato con una sbarra di ferro appena sono uscito dall'acqua: mi ha mancato per un pelo. Mi chiedo quanto potesse pesare quella sbarra: non c'era verso di fermarla, con la mia mazza. Ho sostenuto a stento tre scontri e ho dovuto darmela a gambe."
"Vostra maestà può descrivere l'aspetto di questo complice?"
"È un bonzo con la faccia pelosa, una gola da duca del tuono, orecchie aguzze, setto nasale rotto, occhi di fuoco e pupille d'oro."
A questa descrizione la signora perca fu presa dai brividi ed esclamò: "Maestà! Per fortuna avete avuto la saggezza di fuggire in tempo. Se lo aveste affrontato più a lungo, di sicuro avreste perso la vita. Lo conosco bene, quel bonzo."
"E chi sarebbe?"
"Quando vivevo nell'oceano orientale, sentii parlare di lui dal vecchio re drago. Si tratta del Bel Re Scimmia, che cinquecento anni fa provocò gravi disordini in paradiso; è il Grande Santo Uguale al Cielo, immortale d'oro del Supremo Fastigio del mondo di Sopra, soffio del caos primordiale. Ora si è convertito alla dottrina del Buddha e protegge il monaco cinese alla ricerca delle scritture nel Paradiso dell'Ovest, con il nome di Scimmiotto Consapevole del Vuoto, detto il Novizio. Ha poteri immensi ed è capace di innumerevoli trasformazioni. Come ha potuto vostra maestà correre un rischio simile? Non c'è nemmeno da pensare a combatterlo."
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