Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 962
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     "Ma non è lecito. Dice la legge: Prendere l'oggetto altrui, apertamente o surrettiziamente, è furto. Se qualcuno lo sapesse e ci portasse in tribunale, verremmo subito condannati. Rimettile dove le hai prese. Accontentiamoci di riposare qui al riparo dal vento finché non torna Consapevole del Vuoto. Un monaco non deve cedere alla concupiscenza."
     "Ma qui non c'è nessuno, nemmeno un cane o una gallina. Chi ci dovrebbe portare in tribunale, se lo sappiamo solo noi? E con quali prove? Questo è semplicemente raccogliere un oggetto abbandonato: si può dire che non abbiamo preso niente, né in pubblico né in privato."
     "Errore. Anche quando sei solo il Cielo ti vede. Lo insegna il Signore dei Misteri: Quando agisci nel buio contro la tua coscienza, lo sguardo degli dèi illumina più del lampo. Restituiscili prima che sia troppo tardi. Non si deve mostrare attaccamento ai beni male acquistati."

     Il bestione non voleva saperne. Disse: "Maestro, di giubbe ne ho avute tante, ma non ne avevo mai viste foderate di seta. Voi fate come vi pare, ma io una me la metto un momento per scaldarmi un po'. Quando ritornerà Scimmiotto, la rimetterò al suo posto prima di ripartire."
     "A queste condizioni, ne provo una anch'io" disse Sabbioso.
     Si spogliarono dunque delle tonache e indossarono le giubbe. Non l'avessero mai fatto! Appena infilate, esse li strinsero peggio di camicie di forza; in un istante si trovarono immobilizzati, con le mani legate dietro la schiena. Tripitaka spaventato corse a cercare di liberarli, ma non c'era niente da fare. Gridavano e gemevano tanto, che misero in allarme il diavolo nascosto dietro a questa messinscena.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]