Dopo cinque o sei li vide un vecchio protetto da un mantello di feltro, con la testa coperta da un passamontagna e stivali un po' logori, che si appoggiava a un bastone dal pomo a testa di drago. Lo seguiva un giovane domestico che scendeva cantando dal pendio e reggeva un ramo di prugno fiorito.
Il Novizio appoggiò a terra la sua ciotola, giunse le mani e gridò: "Ehi nonno, i miei saluti!"
"Dove andate reverendo?" rispose il vecchio rendendo educatamente il saluto.
"Vado all'Ovest per vedere il Buddha e cercare le scritture. Siamo quattro persone; gli altri tre mi dovevano aspettare mentre mendicavo cibo, ma al ritorno non li ho più trovati. Posso chiedervi se li avete visti?"
Il vecchio ridacchiò: "Uno dei tre avrebbe un lungo grugno e grandi orecchie?"
"Proprio così."
"E un altro ha una faccia patibolare? Sono seguiti da un cavallo bianco che porta un monaco pallido e grassoccio."
"Ma certo, sono loro."
"Allora state perdendo tempo. Lasciateli stare."
"Quello con la faccia pallida è il mio maestro; i due un po' strani sono i miei condiscepoli. Siamo uniti dalla pia determinazione di trovare le scritture. Non posso certo lasciarli perdere."
"Il fatto è che, passando da queste parti, hanno fatto un passo falso e si sono gettati nella gola di un mostro."
"Scusate il disturbo, nonno, ma mi potreste descrivere il mostro e dirmi dove abita?"
"Questo è il Monte del Cappuccio d'Oro, su cui c'è una grotta con lo stesso nome in cui vive un rinoceronte. Ha poteri immensi e un prestigio militare di prim'ordine. Temo che questa volta nemmeno voi possiate fare niente per i vostri compagni. Se fossi al vostro posto lascerei perdere. Ma naturalmente non vi posso insegnare io che cosa dovete fare."
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