Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Dopo altri dieci o venti scontri, il re diavolo puntò la lancia al suolo e ordinò ai suoi mostriciattoli di attaccare. Essi, maneggiando sciabole, lance e randelli, accerchiarono Scimmiotto che gridò: "Bravi, qui vi volevo!" e parava i colpi da tutte le parti. Poiché la gran folla gli limitava i movimenti, finì per perdere la pazienza e gettò la sua sbarra verso l'alto gridando: "Trasformazione!" Essa si trasformò in centinaia, migliaia di sbarre tutte uguali, che caddero dal cielo come una pioggia di serpenti e di draghi. I mostri, impauriti, cercavano di proteggersi la testa e correvano a perdifiato verso la caverna.
     Il re diavolo sogghignò: "Ora, amico scimmia, ti insegnerò un po' di educazione. Tu vedrai con quale legna faccio fuoco per scaldarmi."

     Levò dalla manica un candido anello e lo gettò in aria gridando: "Afferra!" L'anello sibilò, raccolse in un fascio tutte le sbarre, ne fece una sola e la riportò al suo padrone, lasciando Scimmiotto a mani vuote. Non gli restò che fare una bella capriola e darsela a gambe.
     I mostri fecero ritorno in corteo trionfale. Scimmiotto, questa volta, era rimasto sbalordito e non sapeva più che pesci pigliare. È il caso di dirlo:

     La Via sale d'un piede, e il diavolo di sei.
     È pur sempre possibile che lo spirito sbagli.
     Ahimè, quando la legge esce dal proprio perno,
     Pensieri e movimenti cadono nella nassa.

     Se in fin dei conti non sapete come la cosa andò a finire, ascoltate il seguito.

     CAPITOLO 51
     NUDO COME UN VERME

     IN CUI LA SCIMMIA DELLO SPIRITO RICORRE INVANO A MILLE ESPEDIENTI: NÉ L'ACQUA NÉ IL FUOCO RIESCONO A METTERE IL DIAVOLO IN DIFFICOLTÀ.


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