"Eminente santità, è una tazza sufficiente a contenere l'acqua di tutto il Fiume Giallo quando è in piena."
"Non mi rendevo conto. Allora basterà riempirla a mezzo" rispose allegro Scimmiotto.
Si recarono al fiume, riempirono la ciotola a metà e si recarono sul versante meridionale del Monte del Cappuccio d'Oro, dove ritrovarono la bella compagnia. Tutti si misero a descrivere e commentare i recenti avvenimenti.
"Non stiamo a entrare in tanti particolari" tagliò corto Scimmiotto. "Adesso il conte deve venire con me. Quando griderò di aprire, non appena l'uscio si socchiude lui rovescerà l'acqua, senza stare ad aspettare altro: affogheremo tutta la nidiata. Poi io andrò a ripescare il cadavere del mio maestro e lo rianimerò."
Il conte ubbidì. Girarono intorno al monte fino all'ingresso della grotta. Il portinaio, non appena riconobbe la voce di Scimmiotto, avvertì subito il padrone: "Riecco Consapevole del Vuoto."
Il diavolo uscì con lancia e anello. Ma quando la porta cigolò sui cardini, il conte vuotò la sua tazza. Come vide l'acqua, il mostro lasciò cadere la lancia, impugnò l'anello e richiuse precipitosamente la porta. L'acqua si avviò ribollendo giù per il monte; Scimmiotto e il conte ebbero appena il tempo di catapultarsi sulla cima più alta. Anche gli dèi dovettero raggiungerli e rimasero a guardare lo spettacolo di quei flutti che montavano e turbinavano in modo spaventoso. Che inondazione!
Sta in un cucchiaio e può riempire gli abissi insondabili; perché l'acqua, divinamente mobile e irrequieta, percorre ogni strada, scorre in ogni rigagnolo, gonfia ogni fiume. Ascoltate il suo rombo che fa tremare la vallata, guardatela prorompere fino al cielo! Il suo rumore è più imponente del tuono.
|