Tanta fiducia ha in sé che di sorpresa
Coglie il mostro e ricupera il randello.
Se poi, in fin dei conti, non sapete come andarono le cose, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 52
CAUTELE DIPLOMATICHE
DOVE CONSAPEVOLE DEL VUOTO DEVASTA LA GROTTA DEL CAPPUCCIO D'ORO, E IL BEATO BUDDHA INDICA OSCURAMENTE CHI NE È IL PADRONE.
Il racconto ci ha narrato come Scimmiotto ricuperò la sua sbarra cerchiata d'oro e si aprì un cammino fino all'uscita. D'un balzo risalì sulla vetta e con aria raggiante si rivolse agli dèi.
"Dunque com'è andata?" domandò il re Li.
"Quando sono entrato nella grotta, i mostri cantavano, ballavano e brindavano alla vittoria; non ho trovato modo di individuare il nascondiglio di quel prezioso anello. Dietro il trono del diavolo ho sentito nitrire cavalli e gemere draghi: erano le creature del dipartimento Fuochi. Contro il muro, sulla sinistra, era appoggiata la mia sbarra cerchiata d'oro: l'ho ripresa e mi sono aperto una via fino all'uscita."
"Tu hai ricuperato la tua arma; ma le nostre?" si inquietarono gli dèi. "Quando conti di metterci le mani?"
"Ora è tutto più facile. Con il mio randello troverò il modo di abbattere quell'animale e di farvi riavere le vostre cose."
Mentre parlavano si udì venire dal basso un clamore di gong e di tamburi, con grida da far tremare la terra. Era il grande re Rinoceronte che inseguiva Scimmiotto alla testa delle sue truppe diaboliche.
"Benone!" esclamò il Novizio. "È quello che ci vuole. Voi amici restate qui; lo vado a prendere io."
Diavolo di un grande santo! Brandì il randello e gli corse addosso gridando: "Dove vai, maledetta creatura? In guardia!"
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