Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il diavolo parò il colpo con la sua lancia e inveì: "Brigante di una scimmia! Impudente! Venirmi a derubare in pieno giorno!"
     "Ora vedrai, bestia immonda! Ti farò mordere la polvere! Il ladro sei tu, che hai rubato le nostre armi alla luce del sole con il tuo maledetto anello. Ciò che ho preso era roba mia. Non scappare, che assaggerai il randello del tuo signore e maestro."
     Il mostro rispose mulinando la lancia. Che battaglia!

     Il mostro non si sottomette alla feroce potenza del grande santo. Rivaleggiano in prodezze, nessuno dei due molla la presa. L'uno maneggia la sbarra di ferro con il vigore della coda di un drago, l'altro la lunga lancia con la forza della testa di un pitone. Sibila l'aria a ogni colpo di randello, la lancia segue ogni movimento con la scioltezza dell'acqua corrente.

     Annebbia la montagna un'oscura bruma colorata, la foresta freme inquieta sotto pesanti nuvole. Gli uccelli smettono di volare, gli animali si rintanano. I mostriciattoli gettano grida di incoraggiamento. Scimmiotto raccoglie le energie: l'invincibile sbarra di ferro che ha aperto per mille leghe il cammino verso l'Occidente trova il suo vero avversario in questa lancia, che regna incontrastata sul Monte del Cappuccio d'Oro; uno scontro per cui non è ammesso il risultato di parità.

     Combattevano da sei ore quando cadde la sera. Il diavolo drizzò la lancia e propose: "Fermati, Consapevole del Vuoto. Il cielo si va oscurando: non è più tempo di battersi. Ritorniamocene a casa e prendiamo un po' di riposo. Domattina riprenderemo il duello."


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