"Fermo lì, brutta bestia! Incomincio adesso a scaldarmi. Che cosa importa che ora sia? Arriviamo fino in fondo!"
La creatura gettò un grido, fece una finta con la lancia e scampò precipitosamente nella sua grotta, seguita dai suoi; le porte furono chiuse e sbarrate.
Scimmiotto se ne tornò al campo base. Gli dèi si congratularono tutti insieme: "Che forza, che potenza! Davvero, hai una capacità senza confronti né limiti."
"Via, non esageriamo" replicò il Novizio sorridendo.
"Non son chiacchiere" insisté il re Li. "Che valore! In questo combattimento non hai fatto niente di meno di quanto mostravi ai tempi in cui sfidavi cielo e terra."
"Non rivanghiamo quella vecchia storia. Dopo la batosta il diavolo dev'essere spossato, mentre io mi sento in piena forma. Ora voi resterete qui e io ritornerò nella grotta a riprendere le indagini sull'anello. Dovremo pur trovare il modo di portarglielo via, per ricuperare le vostre armi; altrimenti, con quale faccia potreste ritornare a casa?"
"Ora si è fatto tardi" obiettò il principe Nata. "Sarà meglio che facciamo un buon sonno e che tu ci vada domattina."
"Questo ragazzo è ignaro dei fatti della vita" replicò Scimmiotto ridendo. "Quando mai si è visto uno scassinatore che lavora nell'orario di ufficio? Nella nobile arte di svaligiare, gli affari migliori si fanno di notte, alla chetichella."
"Principe, non vi venga in mente di insegnargli qualcosa" intervennero Virtù del Fuoco e i duchi del tuono. "Noi non ci s'intende di queste cose, mentre il grande santo è un virtuoso pieno di esperienza. Sa lui che cosa si deve fare. Quel diavolo è stanco, l'oscurità della notte rende più difficile stare in guardia. Per carità, lasciamolo andare!"
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