Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il grande santo fece un risolino soddisfatto, nascose la sbarra e saltò giù dalla vetta fino all'ingresso della grotta. Con una scossa si mutò in un grillo. Proprio così.

     Duri mustacchi, lunghe antenne nere, occhi lustri e zampette forcute, canta negli angoli bui quando brilla la luna sotto la brezza leggera. Nella quiete della notte, sembra una voce umana. Una voce rotta, come se piangesse nella fredda rugiada di un paesaggio desolato.
     Il viaggiatore pensieroso, quando lo ode dalla sua finestra, si fa malinconico. Il grillo ama scivolare sotto i letti.

     In tre o quattro balzi, stendendo le nere zampette, giunse alla porta ed entrò da una fessura. Acquattato in un angolo osservava la folla dei mostri grandi e piccoli, che alla luce delle lampade cenavano mostrando una fame da lupi. Scimmiotto si attardò a far sentire la canzoncina del grillo. Dopo un po' le tavole vennero sparecchiate e ciascuno preparò il suo letto e si andò a coricare. Il Novizio aspettò la prima veglia per introdursi nella camera posteriore, in cui il diavolo stava fornendo precisamente queste istruzioni: "Ragazzi, tenetevi bene svegli mentre fate la guardia alla porta. C'è il pericolo che Scimmiotto cerchi modo di intrufolarsi per derubarci, travestito in un modo qualsiasi."

     Quelli che montavano la guardia nel turno di notte presero a batter cucchiai e suonare campanelle tutti insieme. Ciò non ostacolava certo l'attività di Scimmiotto, che scivolò nella stanza e vide un letto di pietra. Certe lamie degli alberi e dei monti, con le brutte facce imbellettate, stavano intorno al vecchio diavolo, stendevano le coperte sul suo letto, gli cavavano gli stivali e lo aiutavano a spogliarsi. Quando si trovò a braccia nude, si vide che teneva il candido anello infilato sul braccio sinistro: lo si sarebbe detto un braccialetto di perle. Ma il diavolo non se lo tolse; anzi, prima di addormentarsi, lo spinse più su lungo il braccio perché stringesse meglio. Allora Scimmiotto si trasformò in una pulce gialla, salì sul letto di pietra e scivolò sotto le coperte, si arrampicò sul braccio e perforò spietatamente. Il mostro si rigirò nel letto brontolando: "Sudicie donnaccole! Non prendono abbastanza botte. Si sono ben guardate dallo scuotere le coperte e dallo spolverare il letto. Mi domando quale bestia possa mordere così forte."


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