"Mi chiedo chi sarà stato il cretino che ci ha dato fuoco per disattenzione e ha provocato questa catastrofe!" gridava risentito il mostro.
"Maestà" affermò una guardia del corpo, "questo incendio non viene da nessuno di noi. Sarà stato il saccheggiatore che ha fatto uscire l'equipaggiamento del dipartimento Fuochi e ha rubato le armi divine."
Finalmente il diavolo capì: "Ma certo, non può essere stato che quel brigante di Scimmiotto. Ecco perché non riuscivo a prendere sonno: sarà stato lui, in qualche trasformazione schifosa, che mi sarà venuto a pungere. Naturalmente avrà voluto rubare il mio tesoro, ma si sarà accorto che non c'è niente da fare, perché me lo tengo ben stretto; allora si sarà impadronito delle armi e avrà liberato i draghi di fuoco. Che brutta carogna! Ha cercato di bruciarmi vivo. Ma il tuo inganno non ha funzionato, vecchio furfante. Tu non sai di che cosa sono capace. Finché ho addosso questo anello, posso scendere in fondo all'oceano senza affogare, o gettarmi in un lago di fiamme senza scottarmi. La prossima volta, se prendo quel delinquente, lo scortico vivo: non sarò contento finché non ne avrò fatto una torcia umana."
Mentre il diavolo almanaccava e si tormentava, cantavano i galli e si levava l'alba del nuovo giorno.
Sulla vetta il principe Nata, ricuperate le sue armi, suggerì a Scimmiotto: "Grande santo, non perdiamo tempo: è già l'alba. Approfittiamo dello scoraggiamento del mostro: ripartiamo all'attacco con tutte le nostre forze riunite: noi ti sosterremo, insieme al dipartimento Fuochi. Questa volta l'occasione sta dalla nostra parte."
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