"Non sono nato ieri. Se avessi esitato a piantare rogne, avreste fatto finta di niente e io non vi avrei più visti."
Gli arhat salirono sulla loro nuvola ridendo come matti. In breve raggiunsero il Monte del Cappuccio d'Oro, dove il re Li venne ad accoglierli con i suoi compagni. Uno degli arhat interruppe il racconto che Scimmiotto faceva per aggiornare sugli ultimi avvenimenti: "Per favore, rimanda i particolari a un altro momento. Sbrighiamoci a far uscire quel mostro."
Il grande santo si presentò dunque all'ingresso della grotta: "Sveglia, pentolone di minestra! Fatti vedere! Vieni a farti picchiare dal tuo buon nonno!"
I mostriciattoli corsero ad annunciarlo; il re diavolo si arrabbiò: "Mi chiedo quale altro imbroglio stia tramando, quella insopportabile scimmia."
"È solo, non lo accompagna nessuno" precisarono i mostriciattoli.
"Il suo randello gliel'ho preso. Che cosa vuol fare da solo? Vorrà forse riprendere l'incontro di pugilato?"
Impugnò la lancia, fece spostare le pietre che proteggevano l'ingresso e balzò fuori tuonando: "Faresti meglio a ritirarti, brutta scimmia, dopo tante batoste che hai subito. Che cosa ti prende di tornare qui a far baccano?"
"Sei un diavolo perverso che non distingue il bene dal male. Se non vuoi più che il tuo caro zio ti venga a trovare, te lo risparmierò, a patto che tu mi presenti le tue scuse e restituisca il mio maestro con i suoi discepoli."
"I tre monaci? Sono già lavati e spazzolati, pronti sul tavolo di cucina. Non lo vuoi capire? Levati dai piedi!"
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