CAPITOLO 53
GRAVIDANZA DI TRIPITAKA
IN CUI IL MAESTRO DI MEDITAZIONE SI RITROVA DIABOLICAMENTE INCINTO, E DONNA GIALLA PORTA L'ACQUA CHE DISSOLVE IL PERVERSO CONCEPIMENTO.
Compi senza rimpianto ottocento buone azioni,
Accumula tremila meriti in gran segreto,
Ama come te stesso il prossimo e le cose:
Così sarà adempiuto il tuo voto iniziale.
Il gran rinoceronte che non temeva né armi,
Né acqua o fuoco, è tornato a salire nel cielo.
Il signore Laozi l'ha domato; ridendo
Se ne va a cavalcioni del gran bufalo nero.
Chi dunque chiamava i pellegrini? Erano il dio del Monte del Cappuccio d'Oro e la divinità locale, che tendevano rispettosamente la ciotola d'oro delle elemosine: "Santo monaco, Scimmiotto aveva mendicato questo riso per voi. Non avete ascoltato i suoi buoni consigli e siete caduto nelle mani di un diavolo che ha dato molte pene al vostro discepolo. Ma poiché ora vi ha liberato, prendete questo riso prima di ripartire; non deludete il rispettoso affetto che il grande santo nutre per voi!"
"Mio caro discepolo" disse allora Tripitaka, "ti devo tutto e non so proprio come ringraziarti. Se lo avessi saputo, non sarei mai uscito da quel cerchio e non ci saremmo messi in mortale pericolo."
"Per dire le cose come stanno" rispose Scimmiotto, "non vi siete fidato del mio cerchio e avete subito il cerchio altrui, che purtroppo vi ha fatto soffrire molto di più."
"Quale cerchio altrui?" si meravigliò Porcellino.
"Zitto tu, stupido, che hai spinto il nostro maestro in questa prova con la malignità perversa della tua linguaccia. Ho dovuto smuovere cielo e terra. Quell'anello bianco aspirava tutto: armi, acqua, fuoco, sabbia del Buddha, tutti gli aiuti che riuscivo a procurarmi. Fu il Beato a lasciar intendere ai suoi arhat da dove veniva il mostro; e soltanto quando loro me lo hanno riferito, ho potuto pregare il signore Laozi di venire a sottomettere quel bufalo nero, sceso in terra a combinare guai."
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