"Relazioni amichevoli valgono più di decreti imperiali. Digli il mio nome e vedrai che sarà disposto a farmi questo favore; non è escluso che mi regali tutto il pozzo."
Il taoista si rassegnò ad andare ad annunciarlo al vero immortale, che era intento a pizzicare le corde della cetra; aspettò che terminasse di suonare e gli riferì: "Maestro, si è presentato un bonzo che dice di chiamarsi Consapevole del Vuoto e di essere il primo discepolo di Tripitaka Tang; vorrebbe un po' d'acqua della Sorgente degli Aborti per il suo maestro."
All'udire il nome di Consapevole del Vuoto, l'immortale montò in collera e vero odio gli tormentò la milza. Messa da parte la cetra si alzò bruscamente, sostituì il proprio abito con una veste taoista, impugnò uno scettro che terminava a uncino e balzò fuori dalla porta gridando: "Dov'è questo Consapevole del Vuoto?"
Scimmiotto lo osservò:
Un berretto stellato di colori cangianti,
Una veste scarlatta contesta in fili d'oro,
Stivali ricamati, cintura costellata
Di gioielli. Sottana dal bordo in seta fine
Da cui spuntano calze di velluto broccato,
Le maniche di drago. Regge uno scettro d'oro
Ricurvo. Volge intorno degli occhi di fenice,
Denti aguzzi fan cerchia fra le sue labbra rosse.
Una barba di fuoco si agita sul suo mento
E i capelli scarlatti si arrotolano in crocchie.
D'aspetto è più malvagio del maresciallo Wen,
Per quanto differente ne sia l'abbigliamento.
Il Novizio giunse le mani e si inchinò: "Il povero monaco che sono si chiama Consapevole del Vuoto."
"Ma è proprio il tuo nome? Non lo avrai usurpato?" insisté il maestro.
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