"Questo bel tipo ha proprio bisogno di imparare l'educazione" borbottò il grande santo. Tenendo la sbarra a due mani fece partire una gragnola di colpi; l'avversario non osò resistere e prese nuovamente la fuga. Scimmiotto voleva attingere l'acqua, ma aveva perduto il secchio e temeva di essere nuovamente attaccato. Perciò si disse: "Sarà meglio procurarsi un aiuto."
Ritornò d'un balzo alla capanna della vecchia e chiamò: "Sabbioso!"
All'interno Tripitaka e Porcellino sopportavano i loro dolori, l'uno gemendo e l'altro grugnendo senza posa. Quando lo sentirono, gridarono sollevati: "È ritornato Consapevole del Vuoto!".
Sabbioso gli corse incontro: "Hai portato l'acqua, fratello?"
Scimmiotto volle entrare e fece un resoconto di come stavano le cose. Tripitaka gemeva con le lacrime agli occhi: "Discepolo, come faremo?"
"Porto con me Sabbioso. Mentre combatterò con quella creatura, lui troverà il momento giusto per attingere l'acqua."
"Ma noi stiamo male! Se ci abbandonate tutti e due, chi si occuperà di noi?"
Intervenne la vecchia: "Reverendo arhat, rassicuratevi. Non avete bisogno dei vostri discepoli: vi cureremo noi. Ci siete piaciuti fin dall'arrivo. Ora poi che sappiamo che siete arhat o pusa, come si vede da quello lì che va e viene sulle nuvole, figuratevi se vi faremmo del male."
"D'altronde che danno potreste fare, voialtre donne?" disse Scimmiotto con disprezzo.
"Signori miei" replicò ridendo la vecchia, "dovete rendervi conto che avete avuto fortuna a imbattervi in persone come noi. Se foste capitati altrove, non ne sareste usciti interi."
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