Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "E perché no?" borbottò Porcellino.
     "Noi quattro abbiamo ormai una certa età; i giochi del vento e della luna ce li siamo scordati. Perciò non vi abbiamo aggredito. Ma ci sono in giro molte donne giovani: credete che vi lascerebbero andare? Esigerebbero di congiungersi con voi; e se non foste disposti a sottomettervi, vi ammazzerebbero e vi taglierebbero a striscioline sottili, per mettervi nei sacchetti che profumano la biancheria."
     "Io non corro pericoli" fece Porcellino. "Loro sì, hanno buon odore, ma io puzzo di maiale; possono ritagliarmi e conciarmi finché vogliono, puzzerò sempre di maiale."
     "Non stancarti a parlare" ribatté Scimmiotto ridendo. "Ti devi tenere da conto per il parto."
     "Non state a perdere altro tempo" tagliò corto la vecchia. "Andate a prendere quell'acqua."

     "Mi potreste prestare un secchio?" chiese Scimmiotto.
     La donna ne cercò uno nel ripostiglio e vi aggiunse una misura di corda, che tese a Sabbioso. "Due misure sarà meglio" disse lui. "Non si sa quanto è profondo il pozzo."
     Una volta equipaggiati, i due montarono su una nuvola e partirono. In breve raggiunsero il Monte della Liberazione dallo Yang, scesero a terra e raggiunsero l'eremitaggio.
     "Tu resta nascosto con secchio e corda" raccomandò il grande santo a Sabbioso, "finché avrò impegnato il taoista in duello. Aspetta che noi ci siamo allontanati, vai al pozzo, attingi l'acqua e scappa via."
     Sabbioso promise di rispettare scrupolosamente le consegne.
     Scimmiotto impugnò la sua sbarra, si mise davanti all'ingresso e gridò: "Aprite, aprite!"


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