Tripitaka smontò da cavallo e lesse su un cartello appeso alla porta di un edificio pubblico i tre caratteri:
POSTO DI ACCETTAZIONE DELLO YANG
"Vedi, Consapevole del Vuoto" fece notare il reverendo, "che al villaggio ci avevano informato bene? C'è davvero un posto di accettazione dello yang."
"Fratello" suggerì Sabbioso ridendo, "non sarebbe prudente che ti andassi a specchiare nel laghetto, per controllare se il tuo riflesso si sdoppia?"
"Non scherzare su queste cose. Non ho forse bevuto la mia dose di acqua della Fonte degli Aborti?"
"Consapevole del Vuoto, guidaci tu; ma, mi raccomando, con discrezione" disse Tripitaka.
Salutarono la doganiera, che li pregò di entrare, li fece sedere nella sala principale e fece servire il tè. Constatarono che il servizio era effettuato da ragazze pettinate con tre crocchie e vestite in gonna e giubbetto, tutte sorridenti e vagamente invitanti. Bevuto il tè, la doganiera fece un inchino e chiese la loro provenienza.
"Abbiamo la missione di recarci a salutare il Buddha e di cercare le scritture nel Paradiso dell'Ovest, per ordine di sua maestà il sovrano dei grandi Tang delle terre dell'Est. Il nostro maestro, che si chiama Tripitaka, è fratello minore di sua maestà. Io sono il primo discepolo, Consapevole del Vuoto. Gli altri due sono i miei condiscepoli, Consapevole delle Proprie Capacità e Consapevole della Purezza. Siamo in cinque, con il cavallo, e vi preghiamo di verificare il nostro passaporto e di autorizzarci a ripartire."
La doganiera prese nota e si inchinò profondamente: "Ci dovete scusare, monsignore. Io sono soltanto il capo del posto di accettazione dello yang, e in questa umile posizione non potevo aver idea di chi foste. Se lo avessi saputo, vi sarei venuta incontro per accogliervi."
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