Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Dopo gli inchini, ordinò che si portassero cibi e bevande: "Monsignori, vogliate mettervi a vostro agio mentre vado in città a riferire alla nostra regina. Dopo l'apposizione dei visti, riceverete dei doni e vi accompagneremo verso occidente."
     Tripitaka era incantato.
     La capo posto si assettò gli abiti, entrò in città e si presentò alla Torre delle Cinque Fenici, dove dichiarò la propria identità e chiese di essere introdotta dalla regina. La ciambellana della Porta Gialla l'annunciò e ricevette l'ordine di farla entrare.
     "Che cosa mi devi riferire, capo posto?"
     "Ho avuto l'onore di ricevere il fratello del sovrano dei grandi Tang delle terre dell'Est, accompagnato da tre discepoli. Contando il cavallo sono in cinque e si recano a cercare le scritture nel Paradiso dell'Ovest. Sono venuta a chiedere istruzioni, se sia opportuno vistare il loro passaporto e lasciarli ripartire."

     La regina si rallegrò e si rivolse alle sue mandarine civili e militari: "Questa notte ho sognato che i paraventi d'oro si coprivano di mille colori e che gli specchi di giada diffondevano un'intensa luce: era il felice presagio di questo arrivo."
     "E perché era un felice presagio?" chiedevano stupite le dame di corte, che si assiepavano e si inchinavano davanti ai gradini del trono.
     "L'uomo dell'Est è un fratello imperiale. Fin dall'inizio del mondo, nessuna regina ha mai visto un maschio giungere in questo paese. L'arrivo del fratello del sovrano dei Tang non è forse un dono del cielo? Sono pronta a cedergli tutte le ricchezze del reame, perché sia il mio re e io possa regnare accanto a lui. Ci uniremo e avremo figli e nipoti, per perpetuare il lignaggio reale. Non è forse un giorno di festa?"


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