"Perfetto!" approvò la grande precettrice. "Il rapporto fra maestro e discepolo è come quello fra padre e figlio; perciò non devono sedere accanto." Le dame si affrettarono a ridistribuire convenientemente le seggiole. Mentre assegnava i posti, la regina offriva a ciascuno un boccale. Scimmiotto fece segno a Tripitaka che doveva rendere la cortesia. Egli fece dunque accomodare la regina per porgerle una coppa di giada. Le funzionarie civili e militari ringraziarono la sovrana della grazia che ricevevano, prima di prender posto secondo il loro rango. Poi la musica tacque e incominciarono i brindisi.
Porcellino pensava solo a riempirsi la pancia, senza curarsi d'altro. Che si trattasse di riso grano di giada, di focacce al vapore, di dolci ricoperti di zucchero, di funghi neri, porcini, germogli di bambù, orecchiette, cavolfiori, gelatine, rape, colocasia, patate o zafferano: tutto quanto veniva rumorosamente ingoiato. Dopo aver vuotato sei o sette coppe per sciacquarsi la bocca, si mise a gridare: "È ora di incominciare a bere. Datemi da bere! Portatemi un bel boccalone, che lo vuoti due o tre volte prima che ciascuno se ne vada per gli affari suoi."
"Tu lo lasceresti, questo bel festino, per andare per l'affare tuo?" gli chiese Sabbioso.
"Come dicevano gli antichi" rispose ridendo il bestione, "l'arco all'arcaio, la freccia al frecciaio. Quelli che si sposano vanno a letto e quelli che cercano scritture vanno per strada, senza compromettere la loro missione per qualche bicchiere di troppo. Sarà meglio che ci restituiscano subito il nostro passaporto. È il caso di dirlo: finché il capo è dritto e tosto, ognun tiene il proprio posto."
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