"L'alternativa non esiste" sogghignò Porcellino. "Dice il proverbio: il pesce secco non è cuscino per il gatto. Comunque siano andate le cose, è impossibile che lei non abbia potuto arraffare nemmeno un bocconcino."
"Smetti di malignare! Vediamo piuttosto come sono andate le cose."
Il grande santo scomparve dietro lo schermo di pietra e tornò a trasformarsi in ape, volò dentro la porta e vide le due servette che dormivano con la testa appoggiata sulle loro raganelle da guardiano notturno, come se fossero guanciali. Fece una ricognizione nel chiosco fiorito: tutte le servette, che avevano fatto chiasso fino a mezzanotte, dormivano ancora una accanto all'altra e non si rendevano conto che era già giorno chiaro. Scimmiotto volò verso le stanze interne e udì la voce di Tripitaka: lo trovò legato e appeso sotto la tettoia. Gli si posò sulla testa e chiamò piano: "Maestro!"
"Sei tu, Consapevole del Vuoto?" rispose il maestro riconoscendo la voce. "Tirami fuori da qui, salvami la vita!"
"Tutto bene, la notte passata?"
"Piuttosto morire che commettere cose simili" sibilò Tripitaka serrando i denti.
"Ieri mi pareva tenera e affettuosa con voi. Perché ora vi tratta così?"
"Mi ha perseguitato per metà della notte, senza che io slacciassi la cintura o mi accostassi a lei. Quando ha visto che non ero disposto a sottomettermi, mi ha fatto legare in questo modo. Ti supplico, liberami; dobbiamo ripartire per la nostra ricerca."
Il rumore della conversazione svegliò l'orchessa che, per quanto crudele, non poteva risolversi a rinunciare al monaco. Emergendo dal sonno aveva udito solo le ultime parole: 'per la nostra ricerca'. Balzò giù dal letto e chiese: "Quale ricerca ti induce a rifiutare la felicità coniugale?"
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