Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     L'ufficiale astrale fece le stesse operazioni sulla testa di Scimmiotto e dissipò gli ultimi effetti del veleno.
     "E adesso andiamo a schiacciare quella maledetta sudiciona" gridò Porcellino pieno di baldanza.
     "D'accordo" approvò l'ufficiale astrale. "Fatela uscire dal suo covo: ad abbatterla penso io."
     Scimmiotto e Porcellino aggirarono lo schermo roccioso. Il bestione, senza mai smettere di gridare insulti, distrusse con il suo rastrello la barriera di pietre che era stata accumulata davanti alla porta rotta e si sbarazzò dei detriti usando le mani come panieri. Attaccò poi la porta interna, che volò in pezzi al primo colpo di rastrello. Le servette, ali ai piedi, corsero ad annunciare: "Signora, sono ritornati i bruti e ci hanno sfondato anche la porta interna."

     L'orchessa stava appunto liberando il monaco cinese dai suoi legami per servirgli un pranzetto di magro; udendo la notizia, balzò fuori dal chiosco e si lanciò contro Porcellino roteando il tridente. Lui l'accolse con il rastrello, mentre Scimmiotto lo spalleggiava con la sua sbarra. L'orchessa li incalzava allo scopo di portarsi a distanza utile per praticare il suo velenoso giochetto, ma i due compagni, che sapevano che cosa si potevano aspettare, volsero le spalle e fuggirono. La creatura li inseguì sulla montagna; quando ebbe superato lo schermo roccioso, il Novizio gridò: "Pleiadi, dove siete?"
     L'ufficiale astrale era salito in alto sul pendio e aveva assunto il suo vero aspetto, che era quello di un gigantesco gallo a doppia cresta: dritto sulle zampe era alto sei o sette piedi. Lanciò un possente chicchirichì non appena vide il mostro, che riprese anche lui il suo vero aspetto: era un enorme scorpione, grande come un pi pa. Al secondo chicchirichì la creatura si contorse fra gli spasimi e morì.


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