Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Lo attestano i versi:

     Cresta fiorita, floridi bargigli,
     Taglienti artigli e speroni possenti,
     Fissa gli occhi furiosi e attacca impavido
     Coi suoi gridi di guerra. Non è un pollo,
     Questo, di bassa corte: fra le stelle
     Ha un posto di rilievo. Lo scorpione
     Cerca invano rifugio in forma umana,
     Ma deve rivelar le sue fattezze.

     Porcellino le pose il piede sull'addome: "Bestiaccia immonda, il tuo dardo ha finito di rovesciar cavalli." E il corpo già immoto della creatura fu spiaccicato a colpi di rastrello. L'ufficiale astrale si concentrò in un raggio luminoso e ritornò ai propri affari, mentre Scimmiotto, Porcellino e Sabbioso rivolti al cielo esprimevano la loro gratitudine: "Vi abbiamo dato molto disturbo! Passeremo a trovarvi uno dei prossimi giorni, per esprimervi la nostra riconoscenza."

     Quando i tre penetrarono nella grotta, le servette grandi e piccole si prosternarono dicendo: "Signori, noi non siamo creature malefiche, ma donne del regno dei Liang che l'orchessa aveva rapite. Il vostro maestro se ne sta tutto solo nel salottino posteriore, e non fa che piangere."
     Scimmiotto osservò attentamente l'atmosfera e constatò che in effetti non conteneva più miasmi malefici. Perciò si inoltrò fino alle stanze posteriori chiamando: "Maestro!"
     A vederseli davanti il monaco cinese non stava in sé dalla gioia. Disse loro: "Saggi discepoli, in quanti guai vi ho coinvolto! Ma che ne è di quella donna?"
     "Quella là? Non era una donna, ma un grosso scorpione femmina" spiegò Porcellino. "Il fratello maggiore, grazie alle indicazioni della pusa Guanyin, ha ottenuto dall'ufficiale delle Pleiadi che venisse ad abbatterla, e io l'ho spiaccicata coscienziosamente. Perciò abbiamo potuto spingerci avanti senza pericolo per rivedere il vostro volto."


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