I briganti si gettarono su di lui, lo legarono e lo appesero al ramo più alto di un albero.
Intanto i tre discepoli inseguivano il cavallo. "Il maestro è partito a tutta birra, mi chiedo se gli verrà in mente di fermarsi ad aspettarci" diceva Porcellino ridendo. Quando vide il maestro appeso all'albero esclamò: "Guardate che roba! Non gli bastava aspettare, si è arrampicato su una pianta e fa l'altalena con le liane."
"Scemo!" disse Scimmiotto. "Non vedi che qualcuno l'ha legato? Avanzate piano, che io vi precedo per osservare la situazione."
Salì su un'altura e vide che si trattava di una banda di briganti. "Che bellezza! Finalmente trovo un'occasione di divertirmi."
Con una scossa si trasformò in un bonzetto sui sedici anni, vestito di nero e con la bisaccia azzurra sulle spalle. Andò a gran passi sotto l'albero, guardò su e chiese al maestro: "Che cosa significa? Chi sono questi cattivi?"
"Discepolo, non fare tante domande, tirami giù."
"Ma questa gente chi è?"
"Sono briganti da strada che mi hanno fermato e vogliono soldi. Visto che non ne avevo, mi hanno appeso qui per aspettarvi: altrimenti avrei dovuto cedergli il cavallo."
"Maestro" si mise a ridere Scimmiotto, "come al solito non siete all'altezza della situazione. Non sarà facile trovare altri bonzi malleabili come voi. Voi siete mandato in missione da Taizong, imperatore dei Tang: nessuno vi può privare del vostro cavallo drago."
"Caro discepolo, che ci posso fare? Vedi come mi hanno appeso. E se si fossero divertiti a picchiarmi?"
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