"Voi che cosa avete detto?"
"Mi hanno fatto perdere il sangue freddo; ho dovuto parlare di te."
"Avreste potuto divagare. Che bisogno c'era di tirarmi in ballo?"
"Per non farmi picchiare ho detto che tu avevi denaro, è stato un sotterfugio per causa di forza maggiore."
"Va bene, non parliamone più. Grazie di avermi raccomandato a questa gente. Anche se lo faceste ventiquattro volte al mese, il vostro vecchio Scimmiotto non potrebbe che ringraziarvi."
Vedendo il Novizio in conversazione con il maestro, i banditi si fecero avanti e li circondarono: "Ehi, bonzettino! Tu tieni la grana sotto la cintura, ce l'ha detto il tuo maestro. Sgancia tutto, se volete uscirne vivi! Provati a farfugliare mezza scusa, e vi facciamo a pezzi tutti e due."
"Signori ufficiali" rispose Scimmiotto posando il sacco, "è inutile far baccano. Certo che ho qui qualche riserva. Non è gran che: una ventina di lingotti d'oro e altri venti o trenta d'argento, senza contare gli spiccioli. Se li volete prendetevi il sacco, ma non toccate il mio maestro. Come dicono gli antichi libri: la virtù è fondamentale, le ricchezze sono secondarie; sono una cosa senza importanza. Noialtri monaci abbiamo sempre la risorsa di mendicare. Quando incontriamo uno spettabile donatore, ci dà vesti e regali: non manchiamo mai di niente. Tirate giù il maestro e prendete pure quello che vi pare."
Alla banda questa arringa piacque molto. Dicevano: "Il vecchio è uno spilorcio, ma il giovanotto è di larghe vedute." E calarono Tripitaka dall'albero.
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