"C'è tempo a tutto" replicò sorridendo Scimmiotto. "Uno per volta, troverete tutti quello che vi spetta."
Un altro tocco della sbarra uccise anche il secondo capo; il resto della banda, terrorizzato, scappò da tutte le parti abbandonando le armi.
Intanto Tripitaka, che galoppava verso est, incontrò Porcellino e Sabbioso che trattennero il suo cavallo: "Dove andate, maestro? Sbagliate direzione."
"Discepoli" disse il reverendo, "correte ad avvertire il vostro compagno prima che sia troppo tardi; ditegli di tener ferma la sua sbarra e di non uccidere i briganti."
"Aspettatemi qui: vado e torno" disse il bestione, e rifece di corsa la strada gridando a squarciagola: "Fratello, il maestro ti ordina di non ammazzare!"
"Non ho ammazzato nessuno" bofonchiò Scimmiotto.
"E allora i briganti dove sono?"
"Quei due là si sono addormentati, gli altri se la sono data a gambe."
Porcellino si mise a ridere: "Li prenda la peste! Quei due devono essersi dati ai bagordi tutta notte, per cadere addormentati senza cercare neppure un posto adatto per dormire." E andò a guardarli da vicino: "Fanno come me, dormono con la bocca spalancata e sbavano."
"Il fatto è che gli ho spremuto il formaggio di soia dalla testa."
"Quale formaggio avrebbe in testa la gente?"
"Gli ho fatto schizzare un pochino di cervella."
Quando Porcellino intese che avevano la testa sfondata, ritornò di corsa da Tripitaka ad annunciare: "I briganti si sono sbandati."
"Molto bene. Da che parte sono fuggiti?"
"Sono rimasti sul posto: hanno preso una tale randellata che li ha fatti secchi. Dove potevano fuggire?"
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